Nel 2003, l'oleologo e giornalista Luigi Caricato nonchè direttore della rivista Teatro Naturale, dedicava una bella intervista a Elena i cui contenuti sono validissimi ancora oggi che è ritornato in auge il tema dell'etica della produzione. Qui di seguito un breve estratto dell'intervista che invece trovate pubblicata qui integralmente
Da quanto tempo si occupa di agricoltura e con quali risultati?
Sono la quarta generazione. La nostra azienda nasce a fine ‘800 con il mio trisavolo. Vi lavoro a “pieno titolo” dal 1991. Da piccola seguivo i miei genitori nelle vigne e tra gli ulivi. Un risultato soddisfacente in termini economici; nel Carso triestino non è facile: c’è bisogno di tanta passione e tenacia con degli obiettivi ben precisi.
E’ soddisfatta, perplessa o preoccupata?
Sono soddisfatta perché il consumatore ha finalmente capito che la qualità degli alimenti ora, si trasforma in salute sempre. E questo permette all’agricoltura una lunga vita !
Perché il mondo rurale ha perso in centralità e importanza negli ultimi decenni?
Beh, le industrie agroalimentari hanno contribuito per la propria parte, ma a mio avviso il mondo rurale è sempre rimasto fortemente radicato alle proprie produzioni artigianali, che per fortuna stanno riemergendo.
Crede che il comparto agricolo possa restare ancora un settore primario in Italia?
Sì. Per le numerose tipicità zonali.
Come nel resto della penisola italiana anche in questo estremo angolo a nordest la produzione 2015 si preannuncia abbondante e sana. Chiaramente le condizioni climatiche che vivremo nelle prossime settimane potranno ancora influenzare il grado di inolizione e la qualità del raccolto, ma finora possiamo dire che qui a Trieste l’estate calda ma non eccessivamente siccitosa e la relativa ridotta umidità dell’aria, complice la presenza piuttosto costante di ventilazione e di fresche folate di Bora, hanno portato a una produzione particolarmente in salute. Dobbiamo anche ringraziare il clima favorevole che in fase di fioritura/allegagione nel mese di giugno si presentava piuttosto stabile. La situazione produttiva sarà quindi piuttosto omogenea in tutti gli oliveti Parovel, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo con un buon rapporto polpa/nocciolo e anche la mosca olearia è stata fermata dalla siccità e dal forte caldo di luglio. La campagna olearia 2015 a Trieste e in particolare nella zona di San Dorligo della Valle - Dolina inizierà tra poco, verso la metà/fine di ottobre e le olive che verranno molite per prime saranno quelle di varietà Leccino, Pendolino, Leccio del Corno, Maurino, e Buga (altro albero di olivo autoctono della nostra zona insieme alla Carbona o Cernica), per ultima toccherà alla varietà Bianchera.
Tutte queste sono piante che coltiviamo da decenni nei nostri oliveti: nella regione Friuli Venezia Giulia San Dorligo della Valle - Dolina è stato il primo impianto intensivo a oliveto (1985) con un lavoro pionieristico da parte di 4 produttori triestini, tra cui la nostra azienda con il papà Zoran Parovel allora alla conduzione. Cosa rende l’extravergine prodotto in questa zona così singolare? La maturazione dell’oliva dipende sempre dall’esposizione così come per tutti i frutti – non dobbiamo in effetti mai dimenticarci che l’oliva è un frutto – e nel territorio di San Dorligo della Valle/Dolina abbiamo delle microzone caratterizzate da un microclima proprio, il quale contribuisce alla maturazione precoce o tardiva.
Se ce ne fosse bisogno, una ricerca marocchina conferma quello che sappiamo da tempo!
L'olio extravergine di oliva è il più sano per cucinare e quello che resiste meglio alle alte temperature. Ce lo racconta un recente articolo di Teatro Naturale che racconta di come la ricerca abbia messo a confronto cosa succede all'olio extravergine di oliva e all'olio di oliva dopo uno stress termico prolungato. Le prestazioni dell'olio extravergine di oliva sono indiscutibilmente superiori e questo grazie al contenuto di a-tocoferolo e polifenoli. In questa schermata il risultato del test della ricerca condotta:
Il trattamento termico imposto ai due oli è stato molto severo, condotto con un apparecchio Rancimat, a 100 gradi di temperatura, con flusso di aria di 10 litri/ora per un totale di 120 ore.
L'olio extra vergine ha un maggior contenuto di composti antiossidanti, capaci di proteggere gli acidi grassi insaturi dal deterioramento. Come immaginabile, al termine dello stress termico, il contenuto in polifenoli e tocoferoli per entrambi gli oli era praticamente azzerato. Il risultato della prova indica che l'olio di oliva viene degradato maggiormente rispetto all'extra vergine, al termine di un riscaldamento prolungato e severo. L'ossidazione, senza tocoferoli e polifenoli a protezione, procede in maniera molto più intensa nell'olio di oliva, con un impatto significativo anche sugli acidi grassi insaturi.
Fonte: Said Gharby, Hicham Harhar, Bertrand Matthäus, Zakia Bouzoubaa, Zoubida Charrouf, The Chemical Parameters and Oxidative Resistance to Heat Treatment of Refined and Extra Virgin Moroccan Picholine Olive Oil, Journal of Taibah University for Science, Available online 20 July 2015
Da Parovel prospettiamo un’annata straordinaria, anche se complessa da gestire. In linea generale, quest’anno avremo un aumento produttivo significativo, quasi il 10% in più rispetto allo scorso anno, dovuto soprattutto a una maggiore fertilità delle gemme e a uno stato sanitario al momento decisamente superiore rispetto al 2014. La vendemmia che sta per iniziare presenta due principali punti di forza: la sanità delle uve e l’equilibrio vegetativo delle viti. Per contro, le elevate temperature diurne, che abbiamo rilevato da giugno in poi, hanno costretto le viti a chiudere gli stomi già alle prime ore del mattino per ridurre le perdite di acqua: da qui i lenti incrementi in zuccheri che si stanno verificando. Ciò significa che la calda estate ha lasciato un’impronta molto positiva che le prossime settimane non potranno cancellare.
Peraltro abbiamo verificato che lo sviluppo vegetativo e il procedere delle fasi fenologiche sono naturalmente rallentate, per cui niente vendemmia anticipata.
L’inizio della raccolta si posizionerà su date “normali”. La nostra vendemmia 2015 sarà quindi nella prima settimana di Settembre per i bianchi e nell'ultima settimana per i rossi.
Il “rendez-vous” annuale con Madre Natura è oramai avviato e saremo felici di poter farvi assaporare fra qualche mese l’energia e la pienezza che questa nuova annata regalerà ai nostri vini. Vi aspettiamo!
Euro Parovel
Titolare e responsabile produzione
Più vino e meno birra, questo è quanto ci dicela ricerca “Vino & Giovani” promossa dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini su un campione di 1.500 italiani tra i 18 ed i 35 anni, dedicata agli stili del bere e del mangiare tra gli under 35, presentata all’ultima edizione di Vinitaly dalla Regione Marche.
Riprendiamo questa interessante notizia per fare il punto sul consumo di vino nel nostro paese tra i giovani, che paiono soprattutto prediligere i vini del territorio e in particolare quelli bio. Ma come li scelgono? Sempre dalla ricerca emerge come la scelta venga dettata dall’esperienza diretta o tramite la lettura di siti specializzati e relative pagine social come ad esempio WineNews che spicca come portale più consultato. Gabriele Micozzi, docente di Marketing Internazionale all’Università Politecnica delle Marche, rileva quindi ≪che il vino è simbolo per eccellenza della convivialità e dello stare insieme, bevanda prediletta nelle serate dei giovani italiani, che lo consumano più volentieri tra aperitivo (26%) e cena (59%), in compagnia di amici (58%). Sono quasi 9 su 10 i consumatori under 35, e circa la metà (49%), dichiara di preferirlo a birra (34%), cocktail (14%) e superalcolici (3%), con un gradimento crescente con l’avanzare dell’età. Non a caso il 55% degli over 25 lo indica come il drink più amato, anche se già nella fascia 18-25 il vino conquista il 43% del campione, contro il 38% della birra e il 17% dei superalcolici. Secondo i dati riportati dall’indagine commissionata dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, oltre un terzo lo beve almeno 3 volte a settimana (38%), mantenendo misurato il consumo giornaliero, che solo nel 13% dei casi supera i due bicchieri a pasto.≫ E all’estero qual è il trend? Da uno studio di Goldman Sachs, negli Stati Uniti 20 anni fa il 70% degli americani tra i 18 ed i 29 anni diceva di preferire la birra a vino ed alcolici, oggi la percentuale a favore della birra è scesa al 40%. Al contrario, in 20 anni la percentuale di quelli che preferiscono il vino alla birra è passata dal 13 al 30% tra i cosiddetti “Millennials”, i nati tra gli anni Ottanta ed il 2000. Nel Regno Unito Wine Intelligence registra che il 30% di under 35 britannici sono disposti a spendere più di 8 sterline a bottiglia di vino, cosa che fa ben sperare per il mercato enologico futuro.