Abbiamo avuto il piacere di accogliere in Cantina Parovel i promotori del Progetto Docet.
Docet è un progetto di Gianpaolo Lescovelli nato per valorizzare e promuovere il mondo del vino del territorio vasto ma allo stesso tempo raccolto attorno al golfo di Trieste. Docet - nelle parole del suo ideatore - ascolta le storie di donne e di uomini, produttori, artigiani che negli anni hanno saputo costruire veri tesori enogastronomici e si propone come guida di una comunità legata al senso della bellezza e del gusto realizzando degustazioni, eventi, presentazioni e corsi di avvicinamento al vino per fornire gli strumenti necessari a comprendere fino in fondo le peculiarità e le bellezze del nostro territorio. A loro Elena Parovel ha raccontato la nostra storia e nel articolo che citiamo per intero potete rileggerla.
“Nel 1976 siamo stati i primi a imbottigliare nel Carso, insieme a Lupinc, e non ci siamo più fermati.”
A parlare è Elena Parovel, una donna fiera del suo lavoro, fiera della sua famiglia, fiera dei vini che insieme al fratello Euro, enologo della Maison, producono.
Ci incontriamo nella splendida cantina-fattoria-osmiza di Bagnoli della Rosandra, costruita 15 anni fa dove un tempo sorgeva un maneggio di cavalli.
Elena da quando fate vino?
La mia famiglia abita queste terre da sempre dedicandosi all’agricoltura, alla produzione di olio, di vino e all’allevamento di maiali. Dal 1898, 4 generazioni ininterrotte di agricoltori. Mio padre lavorava in porto ma un’ernia del disco lo bloccò a casa costringendolo così a dedicarsi completamente alla viticoltura. Le sue fatiche furono ricompensate nel 1976 quando noi nel Breg e Lupinc a Prepotto, fummo i primi a imbottigliare il vino in Carso.
Mi mostra la bottiglia Parovel numero 1, slanciata, di forma renana, elegante in perfetto stile francese.
Da una quindicina di anni, grazie al lavoro di mio fratello Euro, produciamo il nostro fiore all’occhiello: la linea Barde, toponimo della nostra vigna più antica, la nostra vigna del cuore.
Scendiamo una bella scalinata a chiocciola ed entriamo nella cantina 6 metri sotto terra.
Produciamo Malvasia, Vitovska e Terrano vinificati in acciaio, nelle barrique di rovere di Allier, e nei tonneau di rovere di Slavonia riposano il Matos Nonet (malvasia sauvignon sermillon) e il Refosco. I nostri vigneti si trovano affacciati sulla valle del rio Ospo, sotto Caresana a Barde. Proprio qui batte il nostro cuore. Abbiamo la fortuna di avere i vigneti perfettamente esposti a sud sud-ovest, il sole dunque non manca e la maturazione delle uve è completa.
La nostra eccellenza è rappresentata proprio da questi vigneti baciati dal sole. Con le nostre uve perfettamente mature diamo espressione a vitigni che rappresentano la nostra terra come la Vitovska, la Malvasia, la Glera, il Refosco e il Terrano. Continuiamo a coltivare nelle vecchie vigne quel che resta di antichi vigneti come Semillon che, raccolto tardivamente agli inizi di ottobre, regala al Matos Nonet un’eleganza particolare.
Chiacchierando entriamo nella saletta degustazione, bella spaziosa. Le pareti sono rosse. Bellissimi tavoli in legno restaurati arredano la stanza , ne scegliamo uno in perfetto stile decò.
Insomma tradizione e innovazione qui vanno a braccetto?
Crediamo fortemente che il vino debba raccontare il territorio, la sua storia, le sue tradizioni e, allo stesso tempo, debba guardare al futuro e dunque mettersi in discussione ed evolversi.
La passione di Elena si manifesta in ogni parola, c’è tanta soddisfazione nell’aprire le sue bottiglie e servirle con orgoglio e amore.
La degustazione di Visavì Barde a Typos 2016
Parovel sostiene da anni molte iniziative che sono espressione del territorio triestino e nel 2016 è stato ricco di supporto alle seguenti iniziative: TRIESTE FILM FESTIVAL, storica vetrina delle principali cinematografie dell’Europa centro orientale; Trieste Social, che attraverso lo storytelling ha promosso la città di Trieste a livello nazionale (e oltre); MARIO MAGAJNA FOTOGRAFO FOTOGRAF a 100 anni dalla nascita del grande fotoreporter; TYPOS 2016 Silent Spaces - mostra calata nella cavità carsica di Torri di Slivia. Ma le iniziative sostenute sono state anche di natura sportiva come LA FRECCIA DEL TEMPO dell’ Associazione Liberi Briganti - ciclo di incontri sull’arco e le frecce nelle epoche e nei continenti; ZLATI LET ZSŠDI - premiazione dei migliori atleti della comunità slovena in Italia; 15th FAI PARAGLIDING WORLD CHAMPIONSHIP - mondiali di parapendio; MOTOCLUB TRIESTE - 110 anni di storia.
C’è stato spazio anche per i ragazzi con il concerto di PLAYING FOR CHANGE Foundation per portare la musica dove c’è povertà o ancora cultura per tutti con AIUTACI A CRESCERE, REGALACI UN LIBRO in collaborazione con Giunti al Punto librerie. Infine siamo stati felici di aver sostenuto anche l'ACCADEMIA ITALIANA DELLA CUCINA Delegazione di Trieste con la presentazione del volume di Giuliano Relja “I piaceri del Convivio passando per Trieste” con l’introduzione di Mara Rondi e di aver partecipato alla bellissima iniziativa solidale AMATRICIANA SOLIDALE della Scuola Rodari di Trieste in supporto alle popolazioni colpite dal terremoto.
Un anno si chiude e un altro si apre con l’augurio che la gioia e la volontà di condividere nuove idee e progetti con il nostro territorio sia sempre viva in tutti noi!
Come sarà l’annata olivicola 2016? Su tutto il territorio nazionale la mosca è tornata a “far visita” agli oliveti e a livello nazionale si è registrato un calo della produzione, in qualche regione più ingente, in altre come la nostra più contenuta. “La raccolta delle olive inizia questo fine settimana nei circa 600 ettari del Fvg, di cui 400 in piena produzione e 200 in allevamento (le attese variano tra i 10 e i 15 anni, ben oltre i tempi della vite, non più di un triennio). L'Ersa, con un accurato controllo nelle sue 35 stazioni territoriali, informa settimanalmente nel suo sito sullo stato delle piante” (Fonte: Il Piccolo). E per far conoscere l’extravergine di oliva fatto a Trieste riapre il Frantoio Parovel in Zona Artigianale Dolina. Le prime varietà ad essere molite sono le più dolci e anche più presenti sul territorio nazionale: leccino, maurino, leccio del corno e pendolino, poi invece con l’avvicinarsi di novembre la raccolta toccherà gli alberi di varietà autoctona bianchera. La maturazione dell’oliva dipende sempre dall’esposizione così come per tutti i frutti e nel territorio di San Dorligo della Valle/Dolina abbiamo delle microzone caratterizzate da un microclima proprio, il quale contribuisce alla maturazione precoce o tardiva. Come sempre, le condizioni climatiche delle prossime settimane potranno ancora influenzare il grado di inolizione e la qualità del raccolto, ma finora possiamo dire che a Trieste l’estate calda e la relativa ridotta umidità dell’aria ha portato a una produzione sostanzialmente in salute. Anche la fase di fioritura/allegagione nel mese di giugno ha potuto godere di un clima favorevole piuttosto stabile. La situazione produttiva sarà quindi piuttosto omogenea in tutti gli oliveti Parovel, con un discreto rapporto polpa/nocciolo nonostante la mosca olearia che ha purtroppo toccato anche i nostri oliveti, dove per arginare i suoi possibili danni pratichiamo la lotta integrata.
Nello scorso giugno la guida internazionale FLOS OLEI, una delle principali per il mondo dell'extravergine di oliva, ha organizzato un tour di degustazioni a Helsinki in Finlandia e Parovel è stata ben felice di parteciparvi.
Di quell'esperienza oggi c'è un bel video da poter rivedere. Insieme a noi anche il fondatore della guida Marco Oreggia, giornalista e critico enogastronomico, è consulente di importanti testate del settore. Sul suo sito anche un'interessante pagina sulla storia dell'olio che vi invitiamo a leggere per capirne di più su questo alimento fondamentale della dieta mediterranea e nostro prezioso alleato per il mantenimento di una buona salute.
Per il secondo anno consecutivo in Cantina Parovel si è tenuta lunedì 3 ottobre una degustazione verticale per esperti del settore e winelovers: un appuntamento guidato dalla giornalista e sommelier Liliana Savioli per studiare insieme un determinato vitigno, scambiarsi idee e confrontare le diverse annate, ripercorrendo condizioni climatiche, situazioni fitosanitarie e lavorazioni. L’anno scorso è stato scelto il Refosco, quest’anno è toccato a un altro caposaldo della viticoltura triestina. “Ritratto di Vitovska” ha infatti cercato di emulare la penna di Henry James nel tratteggiare le fortune e le disavventure della nostra “Signora” del Carso attraverso 8 annate caratterizzate da clima piuttosto diversi, data l’instabilità che le ultime estati da dieci anni a questa parte ci hanno regalato. Oggi, grazie alla maturazione in bottiglia, Parovel ha costruito un piccolo archivio che costituisce un patrimonio di confronti a cui poter attingere.
Come riferiva l'enologo Claudio Fabbro, la coltivazione della Vitovska, e di altri auctotoni, è portata avanti da virtuosi che non vogliono scendere a tutti i costi a patti col mercato, operando in una nicchia che non ha una vasta produzione, ma offre prodotti di alta qualità, una “viticoltura eroica” che vuole che il proprio vino possa vivere anche dopo 4-5 anni dalla sua vendemmia e che agisce in modo che questo possa esser possibile.
La Vitovska ha cominciato solo negli ultimi decenni ad esser lavorata e imbottigliata in purezza, un tempo veniva usata prevalentemente negli uvaggi, mentre oggi nella Doc Carso la si vinifica in bianco, in orange e ci sono persino degli esperimenti con Vitovske passite. La Vitovska Parovel, prima nella linea Vinja Barde ed ora nella linea Barde, viene vinificata in bianco senza lo sviluppo di tannini.
Il percorso a ritroso ci ha portato a degustare le annate della Vitovska Onavè Barde 2013 Parovel (pluripremiata), 2012, 2011, 2010, 2008, 2006 e a fini puramente didattici le 2014, 2015 e il mosto 2016. Tutti questi vini provengono da vigneti che oggi hanno trent’anni di media e nei quali non viene praticata irrigazione. La presenza sanificatrice di costanti brezze e della Bora permettono da sempre interventi minimi. Nell’incontro si è parlato anche del legame tra Vitovska e Bora, perché sono proprio le sferzate di quest’ultima a rendere la Vitovska croccante e a privarla da parassiti e muffe. Il grappolo della Vitovska è infatti molto compatto e solo la fresca e forte bora riesce a “pulirlo” regalando al vignaiolo un’uva molto sana che contiene in sè molta sapidità e mineralità, che l’affinamento in bottiglia esalta, anche dopo molti anni.
Per un approfondimento tecnico citiamo gli appunti di degustazione dell’autore di "Cuore di Pietra. Un viaggio nell'anima dei vini del Carso" Federico Alessio che potete trovare anche sul suo blog:
≪Vitovska 2013 Annata calda e siccitosa. Paglierino scarico, abbastanza consistente. Naso di buona finezza: fiori bianchi, macchia mediterranea, talco, pera. Sorso vibrante, freschissimo, minerale. Finale sapido in cui echeggiano sentori agrumati e di zenzero.
Vitovska 2012 Annata un po’ bagnata, maturazione tardiva. Paglierino con tenui riflessi dorati, buon estratto. Profumi intensi di camomilla, fiori d’acacia e frutta matura con accenni di banana e melone. In bocca risulta abbastanza morbida, più larga della precedente. Corposa, sapida.
Vitovska 2011 Annata sballata, racconta Euro Parovel. Paglierino tendente al dorato. Naso timido e intricato, affiorano sbuffi sulfurei e di calcare. Al palato risulta equilibrato, con buon gioco fra calore e acidità. Finale leggermente amarognolo, con retrobocca di sale e limone.
Vitovska 2010 Annata piovosa e fredda. Paglierino scarico, esile. Spettro olfattivo delicato in cui si mescolano camomilla, pesca bianca, zenzero e limone. Il sorso è fresco e vibrante, verticale. Mineralità arricchita da note di ritorno, soprattuo zenzero e pesca. Gradevole nonostante l’annata.
Vitovska 2008 Annata buona. Paglierino con screziature dorate, discreta consistenza. Ritorna la camomilla, il talco, lo zenzero. Poi frutta, albicocca e melone. Buona densità gustativa, intenso, sapido e fruttato. Manca di lunghezza, ma è un bel bere.
Vitovska 2006 Annata ottima. Dorato, consistente. Naso evoluto, spiccatamente terziario, circonfuso da un alone di incenso. Miele d’acacia, propoli, agrume candito, note balsamiche di resina ed eucalipto. Sorso caldo e avvolgente, orizzontale, ma con un residuo vivissimo di freschezza. Corposo, intenso e suadente, dotato di buona persistenza.
Fuori programma sono state proposte anche le annate non ancora in commercio.
Vitovska 2015 Annata buona. Paglierino scarico. Profumi incerti e intricati, affiorano note di pesca bianca e agrumi. In bocca prevale l’acidità, un vino ancora in fase di stabilizzazione.
Vitovska 2014 L’annus horribilis con la pioggia a far da padrone. Giallo verdolino. Note olfattive citrine e calcaree. Bocca di vertiginosa verticalità, quasi una limonata alcolica. Emerge una timida pesca bianca in retrolfatto. Acidità oltre misura.
Vitovska 2016 Si tratta naturalmente del mosto in fermentazione, che per il momento è un ottimo succo di frutta alla pera..!≫