"Molti, molti anni fa Vento, scorrazzando per il mondo con i suoi figli, capitò in un verde altipiano che scendeva ripido verso il mare. Bora, la più bella e amata figlia del Vento, incantata dalla bellezza del paesaggio, si allontanò dalla turbolente brigata dei fratelli per correre nel cielo a scombussolare le nuvole a pecorelle e a giocare fra i rami degli alberi, che si agitavano allegri al suo passaggio..."
La Leggenda della Bora, nella recente pubblicazione di Edda Vidiz, racconta il rapporto della città di Trieste col suo famoso vento, che ha plasmato il carattere dei suoi abitanti, bipedi, quadrupedi e ben radicati al suolo.
È talmente protagonista della nostra vita, che quando non viene a trovarci ci manca e le perdoniamo anche le improvvisate senza preavviso in forma di neverin che tanto spaventa chi va per mare, ma che per noi nell'immediato entroterra si risolve il più delle volte in una shakerata improvvisa senza troppi danni.
La Bora che caratterizza il clima di Trieste, delle sue colline e del suo altipiano è influente nella vita agricola perché con i suoi refoli plasma la forma delle piante, pulisce l'aria, tiene a bada gli insetti e decide infine il successo dei raccolti.
Foto di ©Rino Lombardi, ideatore del progetto del Museo della Bora e del Vento, fatta nella Sella della Bora in Val Rosandra a Dolina e precisamente nella Riserva Naturale Val Rosandra - Naravni Rezervat Dolina Glinščice , Trieste. Il Museo della Bora ha il suo cuore nel Magazzino dei Venti di via Belpoggio 9, per visite Tel. +39 040 307478 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.