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Più vino e meno birra, questo è quanto ci dicela ricerca “Vino & Giovani” promossa dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini su un campione di 1.500 italiani tra i 18 ed i 35 anni, dedicata agli stili del bere e del mangiare tra gli under 35, presentata all’ultima edizione di Vinitaly dalla Regione Marche.

Riprendiamo questa interessante notizia per fare il punto sul consumo di vino nel nostro paese tra i giovani, che paiono soprattutto prediligere i vini del territorio e in particolare quelli bio. Ma come li scelgono? Sempre dalla ricerca emerge come la scelta venga dettata dall’esperienza diretta o tramite la lettura di siti specializzati e relative pagine social come ad esempio WineNews che spicca come portale più consultato. Gabriele Micozzi, docente di Marketing Internazionale all’Università Politecnica delle Marche, rileva quindi ≪che il vino è simbolo per eccellenza della convivialità e dello stare insieme, bevanda prediletta nelle serate dei giovani italiani, che lo consumano più volentieri tra aperitivo (26%) e cena (59%), in compagnia di amici (58%). Sono quasi 9 su 10 i consumatori under 35, e circa la metà (49%), dichiara di preferirlo a birra (34%), cocktail (14%) e superalcolici (3%), con un gradimento crescente con l’avanzare dell’età. Non a caso il 55% degli over 25 lo indica come il drink più amato, anche se già nella fascia 18-25 il vino conquista il 43% del campione, contro il 38% della birra e il 17% dei superalcolici. Secondo i dati riportati dall’indagine commissionata dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, oltre un terzo lo beve almeno 3 volte a settimana (38%), mantenendo misurato il consumo giornaliero, che solo nel 13% dei casi supera i due bicchieri a pasto.≫ E all’estero qual è il trend? Da uno studio di Goldman Sachs, negli Stati Uniti 20 anni fa il 70% degli americani tra i 18 ed i 29 anni diceva di preferire la birra a vino ed alcolici, oggi la percentuale a favore della birra è scesa al 40%. Al contrario, in 20 anni la percentuale di quelli che preferiscono il vino alla birra è passata dal 13 al 30% tra i cosiddetti “Millennials”, i nati tra gli anni Ottanta ed il 2000. Nel Regno Unito Wine Intelligence registra che il 30% di under 35 britannici sono disposti a spendere più di 8 sterline a bottiglia di vino, cosa che fa ben sperare per il mercato enologico futuro.

Tornando all’Italia, l’esperienza diretta preferita, che rimane per la maggior parte nei limiti della moderazione, sono le degustazioni di cui i giovani sono assidui frequentatori e che si dicono ben disposti a ripetere. Tra i vini più amati i grandi rossi sono in cima alle preferenze dei giovani italiani, con il Brunello di Montalcino e l’Amarone della Valpolicella. Nella categoria bollicine vince il Prosecco con un 5° posto nella classifica generale, mentre il Verdicchio al 7° è il primo vino bianco fermo in classifica. Gabriele Micozzi, curatore della ricerca, asserisce quindi ≪il futuro sarà roseo, i giovani di oggi cercano la qualità, la sanno riconoscere e sfidano le cantine a trovare nuove vie per valorizzare al meglio la loro identità. Il futuro sarà di coloro che sapranno reinventarsi, non legandosi a mode passeggere ma all'autentico valore culturale e antropologico di un territorio. I territori che sapranno fare meglio sistema, meglio coglieranno queste opportunità≫.

Il Friuli Venezia Giulia, si sa, è la terra del vino e nel 2014 abbiamo registrato un aumento del consumo di vino dal 69 al 71%, tra cui in ascesa le donne. Il dato tuttavia è confortante se consideriamo che la maggior parte dei consumatori abituali di vino lo fa in maniera responsabile, e soprattutto nella fascia d’età tra i 25 e i 44 anni.
Si avvicina l’appuntamento con Cantine Aperte e ricordiamoci che saper godere di un buon bicchiere di vino aiuta a non abusarne nel consumo.

Bevi in modo moderato e responsabile. L’acqua è per la sete, il vino per il piacere!

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