Domenica 30 settembre 2018, decine di migliaia di illustri gentiluomini in centinaia di città in tutto il mondo indosseranno le cravatte e tweed e siederanno a cavallo delle loro moto classiche e vintage per raccogliere fondi e consapevolezza rispetto al cancro alla prostata e alla salute mentale degli uomini per conto del nostro socio di beneficenza, la Fondazione Movember.
The Distinguished Gentleman's Ride è stato fondato a Sydney, in Australia, da Mark Hawwa. È stato ispirato da una foto di Don Draper di Mad Men, seduto in cima a una bici classica e con indosso il suo abito più elegante. Mark ha deciso che un giro a tema sarebbe stato un ottimo modo per combattere lo stereotipo spesso negativo dei motociclisti, collegando insieme nicchie di comunità motociclistiche in tutto il mondo.
Dall'articolo di Trieste Prima "L’idea di portare questa manifestazione anche a Trieste, nasce dall’idea di un gruppo di amici motociclisti che nel corso degli ultimi tre anni ha partecipato alle ride organizzate dalle altre città, pensando sempre 'ma perché noi a Trieste con la nostra storia, i nostri magnifici paesaggi e la nostra pazzia non ci proviamo a mettere anche il nostro nome nell’elenco mondiale delle città partecipanti?' Partenza della ride la Franz Josf Stube di Aurisina Stazione, location storica che ricorda i fasti passati della zona quando l’Impero Austo-Ungarico dominava sulle terre Giuliane."
Alle 12.30 attendiamo quindi la ride in Cantina Parovel per far degustuare ai partecipanti i nostri prodotti e la cantina dei vini. Assieme a noi anche il Birrificio Cavana con le sue specialità.
Uvaggio di Malvasia istriana e Glera, il nostro KAMJE Parovel in lingua slovena significa “sassi”, è il protagonista indiscusso dei momenti di gioia e dei pasti festosi composti da specialità che esaltino la sua generosità e franchezza. KAMJE prende il nome dal toponimo dove crescono i vigneti che lo compongono, Malvasia istriana e Glera: frizzante e minerale, semplice, fresco ed immediato, in bottiglia associa naturalmente il frutto dato dalla varietà di uva Malvasia istriana allo stile fragrante, fresco e primaverile dato dalla varietà Glera, vite madre del più famoso spumante italiano Prosecco.
Giallo paglierino chiaro con profumo elegante, note di lievito, aromi di frutta esotica fresca, erbe e mandorla secca. La bocca è fresca e ben bilanciata con un finale pulito e rinfrescante. Ottimo con gli aperitivi di mare, ma anche a tutto pasto.
Lo trovate al nostro shop in Zona Artigianale Dolina 546!
Fece molto discutere qualche anno fa quest'infografica del celebre quotidiano statunitense The New York Times sulla sofisticazione dell'extravergine italiano. Ebbene questo è un argomento spinoso che non fa che dare il prurito ad ogni produttore di olio d'oliva o vino o entrambi come nel caso di Parovel.
È vero che le tecnologie e la chimica oggi possono permettere di travisare un prodotto e fargli ottenere un'ottima vendita, ma Parovel resta ancorata all'idea che produrre cose sane sia fondamentale e pazienza se così facendo si rinuncia a grandi profitti.
Non troverete quindi sofisticazione nell'extravergine o nei vini Parovel: cerchiamo di lavorare con attenzione riducendo i trattamenti fitoterapici ai minimi termini perché i primi a consumare quello che produciamo siamo noi. E lo stesso rispetto che abbiamo per noi stessi lo diffondiamo all'esterno, questo è uno dei motivi per cui dopo 120 anni siamo ancora qua.
Il nome Refosco (Refosc nella lingua friulana) deriva con ogni probabilità da Rap fosc ossia grappolo scuro. Il documento più antico che attesta la presenza di un Refosco è del 1452. In realtà lì si parla di Refosco «maduro» cioè di un Refosco ottenuto da uve fatte appassire prima di essere vinificate. Se ne otteneva così un vino dolce, alcolico, molto pregiato, un “vino liquoroso”, così erano chiamati nel settecento e ottocento i vini di qualità pregiata. Oltre al Refosco dolce veniva prodotto anche un Refosco secco ossia privo di zuccheri, altrettanto pregiato. Proprio grazie alle sue peculiarità il Refosco riuscì ad emergere rispetto ai tanti vini terrani, intesi come vini “nostrani”, frutto di un miscuglio di uve diverse.
Il Refosco era impiegato inoltre come vino da taglio per migliorare la qualità dei vini “negri ordinari” destinati alla mensa quotidiana. Nell’800 erano numerosi i vitigni che andavano sotto il nome Refosco grazie al gran prestigio di cui godeva il vino così denominato. Tanto che persino un vitigno proveniente dall’Ungheria fu battezzato “Refosco ungherese”. Il nome Refosco dal Peduncolo Rosso emerge solo nel 1863 quando a Udine si tenne una “Mostra d’uve”. Prima di questa data con probabilità si nascondeva sotto la dicitura Refoschino, nome col quale è ancora noto in qualche paese del Friuli. Negli anni 1960-1970 il Refosco dal Peduncolo Rosso era pressoché scomparso e ritenuto non degno d’attenzione per quelle sue caratteristiche d’essere poco produttivo e tardivo nell’iniziare a fruttificare. Oggi, per fortuna, il Refosco dal Peduncolo Rosso è parte dell’eccellenza vitivinicola della regione.
Il "pagadebiti", così vengono tradizionalmente chiamati dai vignaioli i grappoli super generosi come questo. In passato dovevano effettivamente essere merce di scambio o riparazione di prestiti. Questo arriva direttamente dalla vendemmia Parovel 2018!