L’idea di produrre un vino arancio ossia “orange wine” è molto semplice: si tratta di vinificare delle uve bianche nello stesso modo delle uve rosse, favorendo un contatto più o meno lungo fra le bucce e il mosto in fermentazione. Si parla di macerazione e sono le bucce che danno il colore. In realtà questa scelta di produzione è molto importante perché le sue modalità hanno un impatto forte sullo stile del vino. La durata della macerazione modifica il gusto del vino come il suo colore ed è possibile effettuarla sia nel tino d’acciaio che nella barrique oppure anche in anfora.
L’orange wine nasce senza dubbio assieme al vino stesso cioè all’epoca dell’antica Roma dove le vinificazioni si facevano tutte dopo un periodo di macerazione delle uve a bacca bianca come nera. Non è però un caso se il termine per designarli è inglese. La terminologia “orange wine” nasce negli Stati nel 2008 ma si tratta più di una ri-scoperta che altro. In realtà, la storia inizia in Italia negli anni 90 con l’utilizzo di anfore georgiane. Questa tipologia di vinificazione dà in realtà molta energia e finezza e permette di esaltare la freschezza e la struttura (tannica) che alcune uve come gli Chardonnay del sud e il Pinot grigio faticano a sviluppare naturalmente.
Da Parovel produciamo un orange wine che si chiama Matos Nonet Barde Parovel e che ha ricevuto quest’anno per il suo millesimato 2008 un voto di 92 su 100 da parte della pregiatissima guida Wine Advocate di Robert Parker.
Si tratta di un assemblaggio di 60% di Malvasia istriana, l’uva che regna da noi; 30% Sauvignon Blanc e 10% Semillon, entrambi provenienti di vecchie vigne. Di fatto e alla maniera dei grandi vini francesi abbiamo voluto creare un vino che sia fruttato (Malvasia istriana), aromatico (Sauvignon Blanc) e fresco (Sémillon). Le uve macerano sulle bucce per un periodo di 8 giorni, viene fatta la fermentazione malolattica seguita da un invecchiamento di 8 mesi in barrique che sono di rovere francese e della Slavonia. Si può descrivere come un vino di colore oro intenso. Il naso complesso e di grande personalità si caratterizza da una nota mentolata assieme a degli aromi intensi di cera d'api e frutta secca. La bocca è naturalmente evoluta ma rimane rigorosamente fresca con un bel sapore di crema alla mandorla ed un finale di scorza d'arancia.
Analogamente agli orange wines in genere il Matos Nonet Barde non deve essere servito troppo freddo perché rischia di diventare troppo duro e rigido. Meglio servirlo come un vino rosso ad una temperatura attorno ai 14-15 gradi e ossigenarlo in tempo come generalmente fatto per i vini materici e di grande personalità. Di fatto, gli orange wines hanno la tendenza ad esprimersi meglio con il maggiore apporto di ossigeno e abbiamo anche verificato durante alcune nostre degustazioni con il Matos Nonet Barde che il vino acquisisce così una maggiore purezza aromatica che viene nel caso del Matos Nonet Barde supportato e prolungato da una vena minerale evidente e distintiva. Questi vini sono in genere vini da abbinare con il cibo. La loro ricchezza e profondità aromatica permettono di creare degli abbinamenti sorprendenti se non emozioni nuove. Si possono immaginare benissimo degli abbinamenti che ricordano la terra, il vegetale, l’autunno e le spezie come i funghi, le verdure a radice, le carni stufate, candite o leggermente affumicate..
Il nostro abbinamento ideale con il Matos Nonet Barde è piuttosto etnico ed è quello dell’anatra all’arancia, ma si sposerà anche semplicemente con un piatto di pesce al forno a base di agrumi come coi formaggi stagionati particolarmente saporiti.
Elena Parovel
responsabile commerciale
PAROVEL vigneti e oliveti
Leggi qui la nostra scheda tecnica.